martedì 20 settembre 2011

La matematica è uno sport da giovani*

Il termine Matematica ha origini molto antiche. Introdotto da Pitagora**, questa parola trae la sua origine da máthema, che significava “apprendimento” o “studio”: la matematica era dunque la materia di studio per eccellenza, e il matematico era l'apprendista, cioè colui che studiava sotto la guida di un maestro.
L’insegnamento si distingueva in:
- essoterico (esterno) se rivolto ad un pubblico di soli curiosi a cui erano dedicate solo le opere di divulgazione;
- esoterico (interno) se rivolto agli apprendisti, che oggi sarebbero gli studenti.
Nel corso dei secoli gli studiosi hanno capito l’importanza di indagare la realtà attraverso il linguaggio matematico. Questo linguaggio è l’unico che ci permette di comprendere pienamente le leggi di natura, come ci ricorda Galileo Galilei*** in un notissimo passaggio del Saggiatore:
La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l'universo), ma non si può intendere se prima non si impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, ne' quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, e altre figure geometriche, senza i quali mezi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto.
Che questo sia il giusto modo di procedere è stata la scoperta che ha cambiato il mondo. Gli scienziati si sono resi conto che non era possibile comprendere la realtà in modo globale, ma era necessario indagare e approfondire singoli aspetti per ricostruire poi una visione generale. Sono così nate la fisica, la chimica, la biologia e le varie scienze naturali ognuna concentrata su un aspetto particolare. Ognuna di queste poteva però essere letta nello stesso linguaggio, che è appunto il linguaggio della matematica.
Ora bisogna capire quale è il linguaggio della matematica, e quindi come si fa matematica…

Note
* Godfrey H. Hardy in Apologia di un matematico
** Pìtagora (Samos, Ionia 580 a.C. - Metaponto 500 a.C.)
Filosofo e matematico greco. Centrale fu nel suo pensiero la riflessione sui numeri, che egli riteneva in grado di spiegare la struttura armonica dell'universo. Studiò i suoni elementari e le armoniche, riconoscendo gli intervalli di ottava e quelli di quinta (sui quali è basata la scala musicale pitagorica, poco distante da quella naturale che usiamo oggi). A lui sono dovuti il teorema sui triangoli rettangoli, il teorema secondo cui la somma degli angoli interni di un triangolo è un angolo piano, la scoperta dell'incommensurabilità tra diagonale e lato del quadrato (e quindi dell'esistenza dei numeri irrazionali), ma soprattutto l'impostazione di una geometria razionale.
*** Galilei, Galileo (Pisa 1564 - Arcetri 1642)
Fisico, matematico e astronomo italiano. Per la vastità di interessi e l'influenza delle sue teorie sulla scienza moderna, può essere considerato uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi. Nel 1623 Galileo pubblicò il Saggiatore, l'opera che contiene le basi del metodo sperimentale, associando all'osservazione e agli esperimenti di laboratorio l’uso rigoroso di relazioni matematiche. Pubblicò nel 1632 il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo. In esso vengono poste in discussione le dottrine aristoteliche e presentate quelle copernicane, corredate da osservazioni. Quest’opera provocò il processo da parte della Chiesa, che culminò nel 1633 con la solenne messa al bando delle opere Galileo e la sua condanna alla prigione a vita, poi trasformata nell’isolamento nella sua casa di Arcetri. Galileo continuò la ricerca scientifica, come è testimoniato dalla pubblicazione di Discorsi e dimostrazioni che intorno a due nuove scienze attinenti alla meccanica.

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